L'allevamento

L'amore per le nostre bufale ci ripaga con un latte pregiato

Amare il nostro lavoro significa anche e soprattutto prendersi amorevolmente cura delle nostre bufale accudite da persone che vi lavorano a tempo pieno e con grande dedizione.

Cura per noi significa anche garantire alle bufale un habitat il più possibile naturale dove possono muoversi liberamente e pozze d'acqua particolarmente amate da questo animale che ha origine antiche sul nostro territorio paludoso.

Le bufale sono nutrite con il foraggio quasi interamente di nostra produzione, questo totale controllo di tutta la filiera garantisce un prodotto di elevata qualità.

Ma conosciamo un po' la storia di questi straordinari animali

È giusto prima fare una precisazione: Quando si parla di bufalo italiano si fa riferimento alla razza “Mediterranea Italiana” riconosciuta ufficialmente nel 2.000 allo scopo di tutelarne tutte le caratteristiche che si sono definite, nel corso dei secoli, a seguito di un processo di isolamento e di mancanza di incroci con bufale appartenenti allo stesso gruppo.

Ci sono diverse ipotesi riguardo l'origine delle bufale in Italia

La prima propende per l’origine autoctona del bufalo italiano, basata su alcuni resti risalenti all'epoca preistorica e ritrovati nel Lazio e nell’isola di Pianosa.

Un’altra teoria fa risalire l’introduzione del bufalo in Italia ai Longobardi, sulla base di alcuni documenti che descrivono “bubali” dalle lunghe corna ma in realtà potrebbero essere dei bovini di razza podolica, allora sconosciuti in Italia. È probabile che l’equivoco del “bufalo”, termine con i quali i Romani indicavano in genere tutti i bovini selvatici, inclusi i buoi, si protrasse per lungo tempo.

Più probabile, invece, la terza ipotesi, quella che fa risalire l’introduzione del bufalo in Italia agli Arabi.

Secondo gli studiosi, dunque, furono i Saraceni a introdurre il bufalo, dapprima in Sicilia e successivamente, in epoca sveva e normanna, nell’area campana.

I bufali sono animali molto resistenti

I primi documenti che ne attestano l’allevamento e l’utilizzo, quasi esclusivo nei campi, risalgono al XII secolo, quando i bufali venivano usati nelle zone paludose e per lavori estremamente duri, perché molto più resistenti dei manzi.